TERAMO – Salvatore Parolisi ha dovuto fare il riconoscimento ufficiale, assieme al cognato, Michele Rea, prima che iniziasse l’autopsia sul corpo della moglie, Carmela ‘Melania’ Rea, nell’obitorio dell’ospedale civile di Teramo. "Vogliamo capire, siamo sgomenti, non ci riusciamo a far capaci di una tragedia così grande", ripete Michele parlando a nome dei familiari e ribadendo che, "in famiglia andava tutto bene e c’era armonia"."Si deve sapere cos’è successo a mia sorella -ha detto questa mattina il fratello di Carmela -mia sorella non si sarebbe mai allontanata da sola". Sulle ipotesi non si sbilancia. "Di ipotesi ne sono state fatte, ne abbiamo fatte anche noi familiari, ma di certo non c’è nulla. So solo, ripeto, che mia sorella da sola non si sarebbe mai allontanata volontariamente. E’ una cosa stranissima quella che è accaduta e non ce la spieghiamo". Il fratello ha anche rivelato di aver più volte provato a chiamare la donna al telefono cellulare e di aver avuto l’impressione, almeno durante l’ultimo tentativo (dopo il numero è risultato non raggiungibile), che qualcuno interrompesse la
comunicazione. Ma è anche possibile, ha ipotizzato, che la batteria fosse scarica. Il telefonino, peraltro, sarebbe trovato accanto al corpo della donna, che aveva le braccia aperte. Ricostruendo gli ultimi momenti in cui Carmela è stata vista viva, Michele ha raccontato che suo cognato voleva accompagnare la sorella in bagno, ma la loro bambina, che stava giocando su un’altalena, non voleva scendere e si è messa a piangere. Così la giovane mamma si è allontanata da sola, mentre il marito le chiedeva di portare, al suo ritorno, due caffè. Salvatore, marito di Carmela, ha portato con sè una scatoletta con su scritto "I love you", contenente alcuni oggetti cari alla coppia. Prima dell’autopsia lui e il cognato, in una stanza vicina all’obitorio, hanno parlato con il sostituto procuratore di Teramo, Greta Aloisi, che coordina le indagini. "Il destino – ha detto ai giornalisti il cognato della vittima – è stato beffardo perchè mio fratello a febbraio sarebbe dovuto andare a Sabaudia in quanto aveva concluso il suo "distacco" come istruttore presso il 235/o Reggimento Piceno però, a causa della mancanza di personale, gli era stato chiesto di aspettare ancora qualche mese". Dopo il riconoscimento ufficiale è cominciato l’esame autoptico che viene effettuato dagli anatomopatologi Canestrari, di Ascoli Piceno, e Tagliabracci, di Ancona. Sono presenti, oltre al magistrato, anche alcuni carabinieri provenienti dalla città marchigiana. L’omicidio avvolto nel mistero ha profondamente colpito anche la comunità di Ascoli Piceno, da dove Carmela era scomparsa il 18 aprile. "La città è sgomenta e inorridita per quanto accaduto. Siamo al cospetto di un episodio atroce che ci sconvolge ancora di più proprio perchè estraneo al nostro modo di vivere". Così il sindaco di Ascoli, Guido Castelli. "Ascoli – ha detto il primo cittadino – è una città meravigliosa e tranquilla e tale vuole rimanere. Non dobbiamo consentire alla paura di avere la meglio: la sicurezza è uno dei valori in cui crediamo più fermamente e,anche per questo motivo, continueremo ad investire in tutto ciò che è necessario perchè la nostra qualità della vita non venga intaccata dei germi della violenza". (nella foto, il fratello Michele Rea)